Dopo aver letto il libro “Il Paesaggio della Gioconda: un’indagine iconografica” di Anselmo Rondoni, uscito all’inizio dell’estate, ho preso spunto per tornare su questo argomento anche se già affrontato l’anno scorso in un altro post.
Fino ad oggi sono state fatte svariate supposizioni e se fate una una ricerca su google, digitando proprio “il paesaggio della Gioconda” vengono fuori una miriade di risultati, molti dei quali discordanti:
– c’è chi sostiene che in quello sfondo sia rappresentato il Ponte di Bobbio, detto anche Ponte del Diavolo o Ponte Gobbo in provincia di Piacenza,
– altre teorie conducono in una non ben precisata zona nel sud della Francia,
– altre ancora portano sul lago d’Iseo,
– nelle Paludi Pontine,
– nella nebbiosa campagna lombarda di certe giornate invernali.
Il libro di Anselmo Rondoni, grazie ad un’attenta e puntigliosa analisi del territorio che s’intravede in quel dipinto, sottolinea quelle peculiarità che lo contraddistinguono come ad esempio le Balze, che si trovano solo ed esclusivamente nel Valdarno Superiore e riesce a dimostrare in maniera assai soddisfacente la scarsa attendibilità di tutte le altre teorie che conducono fuori dalla Toscana.
Ma la novità più ecclatante è che risulta assai poco convincente anche l’ipotesi sul Ponte a Buriano (situato nella periferia d’Arezzo ma sempre nel territorio Valdarnese), dove il letto dell’Arno scorre in una campagna completamente pianeggiante e quindi troppo discordante da quella alle spalle della Monna Lisa, nonostante che fino a poco tempo fa era la più caldeggiata da tutti i mass media e già avvallata agli inizi degli anni 90′ dalla popolare trasmissione televisiva “Superquark” di Piero Angela.
Sembra infatti che in quegli anni ci fosse un concreto progetto da parte dell’Enel d’intensificare la produzione di energia elettrica con la diga della Penna innalzandone il livello e di conseguenza, il vicino Ponte a Buriano rischiava di essere completamente sommerso, ma la grande attenzione mediatica di quella trasmissione fece tramontare il progetto e salvò il magnifico ponte romano.
Il libro sposa in pieno lo studio eseguito dai volontari dell’Associazione Culturale “La Rocca” di Laterina (Ar), convinti che quello sfondo corrisponda ad un preciso scorcio delle loro campagne al confine con Pergine Valdarno, in cui è tutt’ora visibile un’arcata del discusso ponte (meglio conosciuto come Ponte di Valle), e la strada sinuosa che si vede alla sinistra della Gioconda.
Sicuramente tutto ciò non scoraggerà i più scettici ad ancora si faranno tante supposizioni sul misterioso paesaggio in quanto la verità assoluta se l’è portata dietro il buon Leonardo, ma provate a passare da queste parti e fermatevi accanto al Ponte del Romito per immortalare quel che rimane del discusso Ponte di Valle.
Poco più avanti poi, arrivati sotto il castello di Laterina (Ar) cercate la strada di Rimaggo che porta a Ponticino e mentre salite la piccola collina, voltate lo sguardo indietro in direzione del letto dell’Arno, e anche se ora le balze qui sono di lieve entità, perché consumate dal tempo, e la folta vegetazione maschera un pò la visuale, sarà sorprendente entrare con i vostri occhi nel paesaggio del dipinto più famoso del mondo, nello stesso modo in cui lo poteva vedere il grande Genio.
Mi piacerebbe acquistare il libro
Prova a contattare Laterina Medioevale a questa mail: info@laterinamedievale.it