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Il “non plus ultra” nel Castello di Sammezzano

Sammezzano
 Dopo aver passeggiato nel bellissimo Parco di Sammezzano vi racconto la mia visita all’interno del Castello.
Sono entrato accompagnato da un mio caro amico che da ragazzino, quando la struttura era ancora funzionante, ci lavorava come cameriere per cui ho rivissuto con lui l’emozione di tornare indietro in un sogno.
Appena varcato l’ingresso sotto il torrione centrale,  un ampio corridoio che conduce al giardino posteriore, ci porta alla reception al lato della quale si trova la prima sala, quella Degli Specchi, ormai però spoglia della sua particolarità, in cui si svolgevano importanti riunioni di lavoro.

Si sale al piano superiore dove risiede la parte monumentale di tutto il complesso che fu di proprietà degli Ximenes d’Aragona dal 1605 e poi passato alla famiglia dei Panciatichi nel 1816 che con Ferdinando trasformò la struttura come è ancora oggi.

Siamo nel tempio del Non Plus Ultra come recita una scritta su di una parete, ammiro stupito le varie sale che la guida presenta: la sala degli Amanti, delle Stalattiti, dei Pavoni, dei Bacili Spagnoli tutte molto particolari e percorrendole si ha l’impressione di fare un viaggio nel tempo, da quanto sono diverse fra di loro ma magicamente accostate.

Questa particolare bellezza è stata apprezzata anche dal cinema infatti il Castello tra la fine degli anni settanta ed i primi anni ottanta è stato il set di tanti film tra cui voglio ricordare “Sono un Fenomeno Paranormale” di Alberto Sordi e “L’Incredibile Hulk”, inoltre è stato il soggiorno ideale di tanti personaggi famosi.

La sala più bella e rappresentativa è sicuramente la Sala Bianca, minuziosamente decorata, è stata in passato teatro di tante cerimonie.

Al piano superiore vi si trova il ballatoio che introduce alle suite allora arredate tutte in modo esclusivo, proseguendo poi, un altro ballatoio ci introduce alla bellezza di soffitti particolareggiati con decorazioni uniche illuminate dalla luce filtrata di vetrate colorate.

Grazie alla gentilezza di un custode abbiamo avuto il privilegio di continuare la nostra visita al terzo piano dove erano collocati i locali macchine della struttura ed il reparto lavanderia.  Li si trova una targa in marmo che testimonia il progetto di costruzione del torrione centrale da parte del Marchese Ferdinando Panciatichi.
La sorpresa più bella però è stata quella di salire fino in cima al Castello, sulla terrazza dell’orologio, da dove si è potuto ammirare una magnifica vista sul prato frontale e su tutta la vallata…. uno spettacolo unico!
Ecco la mappa per sapere dove si trova:

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