La storia della Setteponti
E’ legata allo sviluppo non solo della valle dell’Arno, ma di una bella fetta di Toscana.
Il periodo di maggior importanza fu il medioevo quando diventò l’alternativa principale alla Via Francigena per i pellegrini del Nord Europa in cammino verso Roma.
Il primo documento che la ricorda risale al X secolo quando si chiamava via Sancti Petri, cioè via di San Pietro. In quegli anni ebbe il suo periodo di maggior splendore quando furono costruite le caratteristiche pievi romaniche. I campanili di quelle pievi avevano anche la funzione di torri di avvistamento ed ancora oggi spiccano lungo tutto l’itinerario. Nel medioevo qui sorgono anche locande, ospedali per i viandanti e stazioni di posta per il cambio dei cavalli.
Con la nascita delle Terre Nuove Fiorentine nel Valdarno Superiore iniziò a svilupparsi anche la viabilità di fondo valle ma le via dei Setteponti restava la preferita.
Negli anni del Rinascimento segnò il cammino anche a personaggi illustri come Masaccio e Leonardo da Vinci:
- Masaccio nel 1422, dipinse per una piccola chiesa di campagna nei pressi di Reggello (Fi), il Trittico di San Giovenale che ancora oggi si può vedere nel museo a lui dedicato dietro la pieve di San Pietro a Cascia di Reggello.
- Leonardo da Vinci è stato un attento osservatore della valle dell’Arno ed il primo a raffigurare l’originale fenomeno delle Balze del Valdarno nei suoi capolavori tra cui la Gioconda.
L’origine del nome
Il nome Setteponti (o Sette Ponti) deriva dai numerosi passaggi sopra torrenti che scendevano dal Pratomagno fino al fondo valle. In realtà erano molti di più di sette, ma questo numero nel medioevo aveva un forte significato religioso e cristiano. Il numero sette era un modo per esprimere un qualcosa di illimitato. I ponti allora erano fatti in pietra, con disegno a schiena d’asino ad una sola arcata, come il ponte romano di Loro Ciuffenna.