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Meta turistica o terra di transito? A voi la sentenza

Scritto da Sandro Fabrizi

L’estensione territoriale del Valdarno Superiore è molto contenuta:
un fazzoletto di Toscana, a cavallo fra la provincia d’Arezzo e quella di Firenze, che in linea d’aria misura poco più di 40 chilometri in lunghezza e circa 10 in larghezza.
La sua localizzazione territoriale fra 2 province è molto penalizzante dal punto di vista turistico in quanto non permette un’unione di forze sinergica fra i suoi 15 comuni per far conoscere tutto quello che può offrire.

Lo stesso portale turistico della Regione Toscana gli dedica una pagina con una descrizione molto sommaria che non rende giustizia a tutte le sue peculiarità, soffermandosi più sulla diversa localizzazione fra Valdarno Superiore ed Inferiore.
Solcato dall’Autostrada del Sole con ben 2 uscite (Incisa-Reggello e Valdarno), dalla linea ferroviaria direttissima Firenze-Roma, che ne consente un facile accesso da tutti i punti della Toscana, ma allo stesso tempo, troppo spesso appare più come una terra di transito che una meta d’arrivo.
Anche il massiccio afflusso ai suoi centri outlet, in continuo aumento, contribuisce ad affibbiargli l’etichetta di terra di transito perchè in 20 minuti, al massimo mezz’ora, ci si arriva benissimo dai vicini centri di Firenze,  Arezzo e Siena, e poi con l’autostrada è facilissimo ripartire per una nuova meta, senza domandarsi quello che ci sarebbe da vedere nei dintorni.
Ma la particolarità del suo territorio (oltre ad offrire incantevoli borghi medioevali, pievi romaniche e rievanti opere d’arte) è testimoniata anche dal fatto che 4 delle 47 Aree Naturali Protette dell’intera Regione Toscana sono in questa piccola valle, e cioè:

  1. L’intera Area delle Balze (che già da sola giustificherebbe la sua vocazione turistica) a cavallo fra i comuni di Reggello, Pian di Sco’, Castelfranco di Sopra e Loro Ciuffenna.
  2. La Foresta di Sant’Antonio, nel Comune di Reggello.
  3. La Garzaia di Figline Valdarno.
  4. L’Arboreto Monumentale di Moncioni, nel comune di Montevarchi.

Da aggiungere a questo elenco la bellissima Foresta di Vallombrosa, con i suoi tanti itinerari naturalistici e con l’Arboreto più importante d’Europa.
Certo però che per apprezzare queste bellezze bisogna essere amanti di un modo di viaggiare diverso, molto più “slow“, a contatto con la natura, ma ciò non sempre rientra nell’ottica di chi ci viene solo per fare shopping compulsivo.
E voi che leggete le pagine di questo blog già da un po di tempo come considerate il Valdarno Superiore?
Terra di transito o meta turistica?

Autore

Sandro Fabrizi

Mi piace raccontare quella parte di Toscana in cui vivo da sempre: il Valdarno Superiore, se vi va lasciatevi ispirare.
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