Chiese e pievi Musei Setteponti

I dipinti riemersi nella chiesa di Badia a Soffena a Castelfranco di Sopra (Ar)

Scritto da Sandro Fabrizi
All’interno dell’ex Abbazia di Soffena, situata all’ingresso di Castelfranco di Sopra (Ar) nella strada dei Setteponti (già antico percorso delle Pievi Romaniche), la cosa che stupisce di più è scoprirla completamente intonacata, a dispetto del suo aspetto esteriore.
Tale trasformazione risale al Seicento, come raccontato in un altro post, quando ci fu un radicale cambiamento d’aspetto in cui tutti gli affreschi furono martellati e ricoperti di stucco per far presa sull’intonaco applicato sopra. Fu solo nel 1962 che ritornò alla luce il suo tesoro artistico quando passò di proprietà allo Stato ed iniziarono i lavori di restauro.

Il tutto cominciò con la scoperta, sulla parete alla destra dell’altare, di segni riconducibili a lineamenti di persone che poi riportarono alla luce l’affresco della “Strage degli Innocenti” del Maestro Liberato da Rieti.
L’11 Luglio 1968 la chiesa fu nuovamente consacrata ed aperta al pubblico nella veste come la vediamo oggi, ma con ancora evidenti segni dei danneggiamenti subiti.
Ma cosa c’è di particolare all’interno di Badia a Soffena?
A prima vista la cosa che accomuna tutte le sue opere è il colore tipico della terra del Valdarno Superiore, con chiari richiami al marrone della terra delle Balze ed alle sfumature del verde dello zolfo (ben presente proprio a Castelfranco di Sopra come testimonia la fonte dell’acqua zolfina), questo perchè anticamente gli artisti erano soliti ricavare i loro colori da erbe, piante ed altri prodotti che trovavano in natura.
Ma iniziamo la scoperta dei vari affreschi, che risalgono tutti più o meno alla prima metà del Quattrocento:
-All’entrata sulla sinistra si trova una rappresentazione (purtroppo seriamente danneggiata e per questo non ho riportato qui), della “Vita di San Giovanni Gualberto”, fondatore dell’ordine dei Vallombrosani, opera di Bicci di Lorenzo;

– Di fronte un’opera di Paolo Schiavo con “San Francesco, San Pietro ed il Bambin Gesù”;

– A fianco forse l’affresco più importante di questa chiesa: “L’Annunciazione” di Giovanni di  Ser Giovanni, detto lo “Scheggia“, fratello del Masaccio;

– Nell’abside, in posizione centrale si trova la “Madonna in trono con San Michele Arcangelo e San Lazzaro“, attribuita a Mariotto di Cristofaro, cognato del Masaccio.

– A fianco: “La Madonna della misericordia in trono

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

– Sul lato sinistro della chiesa c’è un grosso affresco in parte rovinato in cui si trova una delle rarissime riproduzioni della “Madonna che allatta“, l’opera di scuola senese probabilmente attribuibile al Lorenzetti.

Oggi la Badia a Soffena è luogo di funzioni religiose solo nella stagione estiva ma è possibile visitarla anche in altri periodi dell’anno seguendo i seguenti orari:
– Lunedi, Mercoledi e Venerdi: dalle 13.00 alle 19.00
– Martedi, Giovedi e Sabato: dalle 8.00 alle 14.00
– La seconda e quarta domenica del mese: dalle 8.00 alle 14.00
– Il secondo e quarto lunedi del mese: chiuso
Per maggiori informazioni: 05509149551
L’ingresso è gratuito.
Ringrazio la dott.ssa Annamaria Ippolito, direttrice dell’ex Abbazia di Soffena, che mi ha concesso di fotografare e pubblicare il materiale di questo post, ed il custode sig. Francesco Bianchini, che pazientemente mi ha accompagnato nella visita.

Autore

Sandro Fabrizi

Mi piace raccontare quella parte di Toscana in cui vivo da sempre: il Valdarno Superiore, se vi va lasciatevi ispirare.
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