Il racconto appassionato di Fabrizio Carbone, giornalista giramondo con la passione per la pittura, che insieme ad un gruppo di amici è venuto dalla Finlandia per disegnare le Balze del Valdarno, grazie anche alle indicazioni trovate su questo blog.
Ho ricevuto una mail di ringraziamento da parte di un giornalista dalla Finlandia che, incuriosito dall’originale paesaggio delle Balze, visto mille volte dal treno solo per pochi secondi, ha organizzato un’escursione insieme ad alcuni suoi amici, per disegnarlo da vicino. La cosa mi ha fatto molto piacere così l’ho invitato a raccontare la sua esperienza sul mio blog. Nell’articolo ci sono anche alcuni disegni fatti sul posto.
Dalla Finlandia per disegnare le Balze del Valdarno
“Per anni, veramente per anni, le ho guardate dal treno, viaggiando a più di 200 chilometri all’ora. Pochi attimi tra una galleria e l’altra dalle parti di Arezzo. Prima un minuscolo paesino arroccato sulla doppia ansa dell’Arno – oggi so che su chiama Rondine – e poco dopo ecco una serie di pinnacoli frutto di un’erosione antichissima. Qualcosa di diverso dalle crete senesi, dai calanchi intorno a Volterra, qualcosa di spettacolare.
Era per me un appuntamento classico, ogni volta che viaggiavo in treno da Roma verso nord, che fosse Firenze, Bologna, Milano e ancora più su. Ma che cosa fossero quelle specie di guglie dolomitiche, quei faraglioni tra macchie e boschi, quella sorta di canyon un po’ magico e misterioso, come fantasmi in un mondo ignoto, non riuscivo a collocarli geograficamente in modo preciso.
Diciamo la verità, da viaggiatore abituato alle zone impervie e selvagge del Pianeta, non volevo in realtà approfondire più di tanto: quegli attimi di magia mi piaceva vederli per poco compiacendomi della scoperta che, però, condividevo con tutti coloro con cui ero in viaggio.
La lunga premessa serve a far capire quanto fosse forte alla fine il desiderio di andare a vedere da vicino questa meraviglia naturale. Così, alla fine, aprendo Internet e cliccando: “calanchi vicino Arezzo” ecco che di colpo tutti i misteri, i fantasmi e le magie svaniscono d’incanto. Ci sono fotografie a centinaia e siti e link e tutto quello che serve per capire il posto.
Ma c’è un sito che mi colpisce subito. E’ “La mia bella Toscana” dove vedere le Balze del Valdarno, ecco finalmente il vero nome del luogo misterioso, sono descritte e raccontate alla perfezione. Itinerario dopo itinerario con la precisione da far invidia a Google Earth.
E allora sì che è arrivato il momento. Lo dico ad amici storici, appassionati di arte, natura e cultura: “voglio fare una perlustrazione per vedere le Balze del Valdarno. Andate a vedere “La mia bella Toscana” e ditemi che ne pensate”.
Il consenso è unanime. Si aggrega il nucleo romano a cui si aggiungono una coppia di Piacenza. Siamo proprio noi duri e puri: economisti, archeologi, cardiologi, funzionari di enti, ingegneri, bancari, dirigenti d’azienda ma tutti in pensione.
Giornalista per 48 anni e per una ventina a raccontare Natura in giro per il mondo per Rai3 e Rai1, ho voglia di dipingerle queste Balze. Decido quindi di portarmi uno sketchbook, matite, acquerelli e niente foto.
Partenza il 7 maggio con un itinerario flessibile a causa del tempo che alterna sole forte e nuvoloni con lampi, tuoni e scrosci di pioggia di pochi minuti, ma di quelli che infradiciano i viandanti.
Quindi ci si muove tra Incisa e Valdarno, tra Loro Ciuffenna, Terranova Bracciolini, Castelfranco di Sopra, Pian di Scò. Troviamo, grazie alla intercessione di Elga, una signora del posto incontrata tempo prima in treno, direzione Bolzano, una bellissima dimora settecentesca non lontana dalla foresta di Vallombrosa dove andare a dormire. E poi via in giro tra tuoni e fulmini, tra una Pieve romanica e l’altra, per cercare le Balze che vediamo da lontano, che attraversiamo, sepolte dentro a boschi di lecci e querce.
Poi troviamo la strada giusta. Dopo aver deciso di rinunciare a l’itinerario di 6 chilometri causa pioggia (mi raccomando mai parlare di maltempo perché la pioggia è vita per la nostra terra), optiamo per “la Buca delle Fate” e ci arriviamo grazie alle perfette indicazioni di Sandro Fabrizi che è l’autore appassionato del blog “La mia bella Toscana” e che ringrazio pubblicamente per avermi invitato a raccontare questa piccola storia.
Così, a piedi, per un chilometro o poco più, siamo davanti alle Balze, a una delle tante quinte di rocce, sedimenti, erosioni che formano un paesaggio unico. Ce ne sono tante da vedere e queste sono solo una piccola parte. Ma siamo tutti presi dal luogo. A me non resta che schizzare a matita tutto quello che posso disegnare velocemente. Due colpi di pennello e di colori e poi ancora disegni a matita.
Emozionante, sicuramente da tornarci con il tempo giusto per dipingere. E allora ho un secondo appuntamento questa volta con un bel gruppo di artisti. Sono quelli con cui ho fondato Ars et Natura, sono quelli che fanno parte dell’Aipan, l’associazione italiana per l’arte naturalistica. Dipingere dal vero natura, animali, fiori, paesaggi: la wildart che è di casa nei paesi anglosassoni e che in Italia sta trovando una strada sempre più seguita. Torneremo alle Balze del Valdarno, il prossimo autunno. Magari in compagnia di chi le ama e vuole che vengano conosciute per quel che meritano: Sandro Fabrizi e la “sua” bella Toscana.”
Grazie mille Fabrizio del tuo racconto appassionato, grazie di essere venuto apposta dalla Finlandia per disegnare le Balze del Valdarno. La tua esperienza spero possa essere da stimolo per tanti visitatori che ancora non conoscono questo angolo di Toscana.
Quando tornerai in autunno fammelo sapere, sarò molto lieto di farti da cicerone per accompagnarti nei luoghi più suggestivi e magari avrai anche l’occasione di vederle la Balze anche con la nebbia, come amava disegnarle Leonardo da Vinci.
Per chi ne vuole sapere di più sull’autore del racconto ecco una breve scheda:
Fabrizio Carbone, 75 anni, giornalista, documentarista, pittore. Vive tra Roma e Kuusamo, Finlandia del Nordest. Il Capo di Stato di questo Paese lo ha insignito dell’ordine di Cavaliere della Rosa Bianca. Per maggiori informazioni ecco il suo curriculum su wikipedia e date un’occhiata ai suoi dipinti sul suo blog.