L’area del Valdarno infatti è uno dei siti più importanti del mondo per quanto riguarda il ritrovamento di fossili animali, agevolati anche dagli scavi eseguiti il secolo scorso nell’ex bacino minerario di Castelnuovo dei Sabbioni (Ar) come testimonia anche il Museo delle Miniere.
La grande quantità di ritrovamenti, fatti anche casualmente da singoli contadini nelle loro campagne, ha consentito lo spostamento di alcuni reperti anche al Museo Paleontologico di Firenze in quanto qui non hanno potuto trovare posto per motivi di spazio.
Il Museo Paleontologico di Montevarchi: alle origini del Valdarno
Chi vuol conoscere le origini del Valdarno Superiore, cuore della Toscana, deve assolutamente fare una visita al Museo Paleontologico di Montevarchi (Ar) che rappresenta davvero una finestra aperta sul nostro passato.
Appena entrati c’è a dare il benvenuto l’enorme scheletro di mammut con le sue gigantesche zanne, soprannominato “Gastone l’Elefantone“, davanti al quale è d’obbligo una foto ricordo.
Qui il visitatore ha la possibilità di fare un vero e proprio viaggio indietro nel tempo, che lo riporta a quando la zona era ricoperta dalle acque del lago Pliocenico e successivamente abitata da animali tipici della savana come elefanti, ippopotami e tigri.
I reperti sono circa 2600, tra fossili animali e vegetali, alcuni dei quali risalgono anche a tre milioni di anni fa, quasi tutti ritrovati nelle campagne del Valdarno.
Ma il Museo Paleontologico di Montevarchi ospita al suo interno anche altri tesori come la Biblioteca dell’Accademia Valdarnese del Poggio, nata nei primi anni dell”800 a Figline Valdarno e successivamente trasferita qui. E’ un vero patrimonio culturale della zona in cui si trovano veri e propri cimeli come ad esempio un manoscritto di Giovanni Boccaccio del XV secolo.
Arricchiscono il museo l’Audioteca con una collezione di oltre diecimila dischi in vinile di musica classica, jazz e opera; la sezione archeologica ed una moderna biblioteca aperta a tutti in cui si possono approfondire le conoscenze di questo territorio.
L’ultima stanza del museo è dedicata ai ritrovamenti più recenti, avvenuti nel 2001 nella zona di Bucine (Ar), dove sono riemersi resti di un grosso pachiderma e strumenti litici usati dall’uomo per la caccia risalenti a 120.000 anni fa.
All’uscita c’è anche un fornito bookshop per approfondire la conoscenza del museo e dell’intero territorio del Valdarno.
Il museo è aperto nei seguenti orari:
– dal giovedi alla domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00.
E’ anche possibile prenotare visite guidate, questo il numero: 055 98 12 27.
Il biglietto d’ingresso costa 6,00 euro.
Maggiori informazioni le trovate sul sito ufficiale, sotto la mappa per sapere dove si trova esattamente.