Una riflessione sul momento attuale di crisi e come lo potrebbe affrontare il Valdarno Superiore, creandosi una forte identità turistica.
L’emergenza coronavirus, oltre a provocare un numero rilevante di vittime, ha causato grossi danni all’economia nazionale ed anche al turismo, uno dei settori più messi in crisi.
Nel 2019 l’Italia è stato il quinto paese al mondo più visitato dagli stranieri. Quest’anno l’epidemia ha stravolto tutto ed anche quando il problema sarà attenuato ci vorrà un pò di tempo per risalire la china.
Per tutto il 2020 il turismo in Italia avrà un raggio d’azione solo nazionale, di prossimità e privilegerà mete alternative fuori dagli itinerari usuali, dove sarà più facile seguire le norme di distanziamento sociale. Ciò porterà a rivalutare il turismo lento, quello dei piccoli borghi, di chi ama muoversi a piedi, dei cammini ed il cicloturismo.
Come in ogni crisi però ci sono anche delle oppurtunità da sfruttare.
Da questa situazione potrebbero trarne beneficio nuove destinazioni, a patto che abbiano qualcosa di veramente interessente ed esclusivo da offrire. Si perchè l’Italia è straricca di pievi di borghi medioevali e di belle campagne, ma ci vuole qualcosa di unico ed inconfondibile su cui creare l’identità turistica di un territorio.
Cosa succederà nel Valdarno?
Nessuno lo può sapere ora.
Sicuramente anche tutte le attività recettive del Valdarno Superiore dovranno rivere il loro modo di porsi sul mercato in quanto ora non basta più dire di essere vicino a Firenze, Arezzo, Siena ed al Chianti. C’è bisogno di puntare su qualcosa di più esclusivo ed unico, che rappresenti in modo chiaro il territorio.
C’è bisogno di una strategia di marketing territoriale che possa dare una forte identità turistica al Valdarno.
Una soluzione potrebbe essere quella di crearla intorno alle Balze del Valdarno e Leonardo da Vinci, il mix giusto ed esclusivo di questa valle, secondo me poco sfruttato ancora. Per farlo però ci vogliono i presupposti come ad esempio:
- rendere i sentieri fruibili da tutti in modo autonomo,
- dotarli di cartellonistica edeguata e coinvolgente,
- aumentare i servizi e molto altro ancora.
Tutto questo necessita di una forte sinergia tra pubblico e privato, cosa che è mancata fino ad oggi.
Il Valdarno Superiore è uno solo
Non è più il momento di correre da soli e sperare che qualcuno si fermi da queste parti per caso. Oggi, specialmente a livello turistico, non sono più ammissibili le divisioni e le rivalità campanilistiche tra i vari comuni e la frammentazione tra Valdarno Fiorentino e Valdarno Aretino. Tutto ciò crea solo confusione nei potenziali visitatori: il Valdarno Superiore è uno solo, lo testimonia la sua morfologia, la sua storia e le sue origini da quando era un lago.
L’intero territorio valdarnese può avere appeal solo se considerato nella sua totalità, la divisione non giova a nessuno ed a livello turistico crea solo confusione.
Il turista interessato a passare una vacanza da queste parti non gliene frega niente se si trova in provincia d’Arezzo o di Firenze, se quella pieve è nel comune di Reggello o in quello di Castelfranco Piandiscò ma vede il territorio nel suo insieme, ed è così che deve essere presentato.
Lo stesso vale per la Strada dei Setteponti: ha un suo valore solo se considerata nella sua totalità, al di là dei confini comunali o provinciali.
Da questa crisi ci potrebbero essere nuove opportunità per il territorio ma prima occorre dare all’intera vallata una precisa identà turistica, siete d’accordo?
Se volete lasciate un vostro pensiero tra i commenti, grazie.