L’importanza di raccontare la mia terra con immagini e descrizioni appassionate, per provare a dargli una sua precisa identità.
Dal 2011, quando ho iniziato a raccontare la zona in cui vivo in questo blog, posso dire di aver fatto scoprire luoghi suggestivi del Valdarno a molte persone.
Fino ad allora non c’era un contenitore virtuale (con un punto di vista soggettivo) che la trattasse sua globalità.
Per metterlo in piedi mi ha guidato la tanta passione con cui ho esplrarlo la vallata come un visitatore ed ho cercato di tirare fuori le sue potenzialità, anche le più nascoste.
Ma non sempre è così. Ce ne sono tanti di siti turistici, anche istituzuionali, aperti in pompa magna eppoi chiusi dopo poco, con grande spreco di denaro.
Un esempio clamoroso è stato il sito “VeryBello.it”, nato per promuovere gli eventi culurali durante la fiera Expo 2015, costato 35.000 euro, con grosse lacune (a partire dal nome), chiuso poi nel 2017 dopo che praticamente nessuno si era accorto della sua esistenza.
Ce ne sono anche altri fatti in modo molto approssimativo, scopiazzati e con evidenti errori: mi è capitato di trovare in rete “La Madonna del Parto” collocata a Montevarchi invece che a Monterchi, oppure la Torre Guinigi di Laterina rappresentata con una foto di quella di Lucca.
Questo perchè a volte vengono affidati a smanettoni del web, bravissimi nell’architettura digitale ma non nei contenuti.
Quello che scrivo invece è il risultato di tante escursioni, fotografie ed approfondimenti. Cerco sempre di osservare attentamente un luogo prima di descriverlo nel blog.
L’importanza di raccontare la mia terra
La ricchezza di un territorio se non è ben descritta e fatta vedere è come se non esistesse, come una qualsiasi attività commerciale: oggi se non è presente in rete equivale a tenere la porta chiusa e pretendere che entrino i clienti.
Un esempio pratico lo abbiamo avuto nei giorni del lockdown, dove le attività che non avevano un sito internet si sono viste di colpo scollegate dal mondo esterno.
Quelli invece che erano presenti in rete e magari abilitati anche a vendere i loro prodotti online, hanno resistito meglio ed in alcuni casi hanno anche aumentato i loro fatturati.
Lo sesso vale nell’ambito turistico per un qualsiasi territorio: se non è presente in rete o mal rappresentato, non verrà mai cercato dai possibili visitatori, come ho scritto nell’atricolo qui sotto.
Raccontare la mia terra anche ai residenti
Penso che i residenti siano i primi ambasciatori di un territorio, spesso però sono proprio loro a non conoscerlo.
Ciò accade anche nel Valdarno dove gli indigeni sono sempre meno e sempre di più le persone che vi si sono trasferite per la vicinanza a Firenze, dove magari lavorano.
Mi capita spesso d’incontrare gente del fondovalle che non sanno come arrivare alla Croce del Pratomagno oppure dove vedere le Balze del Valdarno o che non sono mai state a Piantravigne e si sono private del suo magnifico affaccio.
Lo stesso vale per i giovani e gli studenti. Ho fatto qualche lezione in scuole della zona e mi sono reso conto di quanta poca conoscenza hanno del territorio. Ma non la possono avere se non gli viene insegnata.
E’ il momento di cambiare
Penso che far aumentare nei cittadini la consapevolezza di quello che offre un territorio ne aumenti il suo valore ed in questo periodo ce n’è tanto bisogno.
Le potenzialità ci sono, basta solo tirarle fuori e soprattutto avere una visione globale della zona, al di là dei vari campanilismi o provincialismi.